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BREAKDANCE

Quando il mondo venne colto dalla mania per la breakdance diverse software house pubblicarono a tempo di record un programma dedicato al nuovo ballo. I prodotti, molto simili l'uno all'altro, presentavano solitamente uno schema di gioco ispirato al “Simon”, quel giocattolo elettronico in cui bisognava ripetere una sequenza di suoni e luci. I ballerini controllati dal computer eseguivano coreografie sempre più complesse, e il giocatore doveva ripeterle col proprio personaggio possibilmente aggiungendo qualcosa di suo per “sconfiggerli”.

Da notare che uno dei programmi in questione, intitolato ”Break Street” è disponibile solo per Commodore 64, rimase per parecchio tempo un importante punto di riferimento per quanto riguardava la qualità dell'animazione dei protagonisti. Col passare degli anni e ispirandosi a nuove fonti musicali e tecnologiche il concept è stato ripreso più volte, producendo i più recenti ”Bust-A-Groove” e i vari ”Beatmania” della Konami che, anche se con diversi modi di gioco (ci sono anche i bemani in mezzo) bisogna sempre eseguire in maniera corretta combinazioni di tasti e direzioni.

Una particolarità di questi ultimi titoli é quella di possedere cabinati particolari che simulano i mixer dei deejay o pedane ricche di pulsanti la cui pressione corrisponde a un reale passo di danza. Sono state creati add-on anche in ambito casalingo di queste pedane che hanno ottenuto anche un discreto consenso di pubblico (un esempio per tutti è ”Samba De Amigo” che veniva venduto nella sua versione Dreamcast con le relative “marachas” per l'esecuzione delle varie combo).


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