COMMODORE AMIGA

Da DVG - Il Dizionario dei Videogiochi



Amiga è una piattaforma informatica ideata nei primi anni ottanta e commercializzata da Commodore a partire dal 1985. I computer Amiga introdussero il concetto di multimedialità per mezzo di speciali chip custom che permettevano all'utenza comune di elaborare grafica, video ed audio a costi irrisori rispetto alle altre piattaforme dell'epoca. Le capacità dei chip custom erano coordinate dal sistema operativo AmigaOS che già in quell'epoca forniva un preemptive multitasking, insieme ad una interfaccia grafica (GUI) a colori, una tecnologia di autoconfigurazione delle periferiche (AutoConfig), e la possibilità (tutt'ora ineguagliata su altri sistemi) di avere, per ogni programma in funzione, uno schermo grafico dotato di caratteristiche indipendenti dagli altri.

Storia e caratteristiche principali


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Amiga Color Checkmark Logo


La progettazione di Amiga, e il suo sistema operativo AmigaOS, risale al 1983, quando la società Hi-Toro iniziò a sviluppare un prototipo di computer denominato Lorraine (dal nome della moglie di David Shannon Morse, che fu co-fondatore della Hi-Toro ed uno dei progettisti) e un sistema operativo per coordinarne le potenzialità hardware.

Sebbene nel 1983 molte parti di Lorraine non fossero state ancora realizzate, già a quel tempo Dale Luck e un gruppo di ingegneri si stavano occupando della progettazione del sistema operativo che avrebbe accompagnato la nuova macchina, simulando via software l'hardware non ancora disponibile per mezzo di una workstation Sun. Alla fine del 1983 il sistema operativo offriva già un'interfaccia grafica con finestre e menù: era stata realizzata tutta la gestione grafica (Intuition) progettata e implementata da R. J. Mical; il tutto era controllato da un microkernel (Exec) creato da Carl Sassenrath.

Nel 1984 il progetto Lorraine assieme alla Hi-Toro fu acquistato da Commodore, azienda in quel momento forte per il successo del C64. All'epoca dell'acquisto il sistema operativo era ancora incompleto, pertanto Commodore decise di mettere da parte alcune componenti del progetto CAOS (Commodore Amiga Operating System) e cercò di integrare caratteristiche lontane partendo da quello che Jay Miner e il suo team avevano ideato. Al fine di completare in fretta il progetto, Commodore commissionò a MetaComCo, una società di sviluppatori, l'integrazione di parte del sistema operativo TripOS all'interno del sistema operativo di Lorraine. Da questa integrazione, il cui diretto responsabile fu Tim King, nacque il modulo AmigaDOS.

Il 23 luglio 1985 venne mostrato al mondo l'Amiga 1000, il primo computer derivato dal progetto Lorraine, in un evento che vide la partecipazione tra gli altri di Andy Warhol. Un anno prima Apple aveva presentato il primo Mac (Macintosh 128K, monocromatico, gennaio 1984); nello stesso periodo invece la Microsoft iniziava a proporre il suo MS-DOS su PC IBM compatibili con MDA (Monochrome Display Adapter).

Dopo A1000 sono stati presentati altri modelli con varie caratteristiche, di volta in volta più evolute, e si è passati dall'Amiga 500 all'Amiga 2000, dall'Amiga 600 al modello Amiga 3000, per arrivare all'Amiga 1200 e poi al top della gamma, l'Amiga 4000, che è stato presentato sia in versione desktop che tower.

Anche il S.O. si è aggiornato nel tempo sino ad avere, nel 2001, il 4.0, anche se, ormai, non vi erano più macchine in commercio.

Date le eccezionali caratteristiche per una macchina consumer dell'epoca, Amiga raccolse un notevole seguito tra gli esperti e gli appassionati di informatica. Gli utenti di Amiga, dagli esperti ai principianti, si caratterizzavano e si caratterizzano tuttora per lo spirito di comunità che è riuscito a mantenere viva la piattaforma sino ad oggi.

Notevoli sono state infatti le modifiche proposte da produttori di hardware di terze parti e sostenute dall'aiuto concreto della comunità Amiga. Innovazioni che hanno permesso di aggiornare il sistema ai mutevoli standard del mondo dell'IT. In particolar modo, sono state rese disponibili schede acceleratrici con processori PowerPC, schede di espansione slot con bus PCI, schede audio a 16 bit, periferiche USB. Addirittura si è giunti ad introdurre nuovi modelli di computer Amiga a dieci anni dal fallimento di Commodore.

Amiga durante e dopo il fallimento della Commodore

Amiga ha subito innumerevoli vicissitudini legate al fallimento della Commodore prima, Escom e Viscorp poi, per finire nelle mani di Gateway 2000 e all'attuale proprietaria Amiga Inc. Lo sviluppo dell'hardware e del software prosegue ancora, anche se a ritmo estremamente ridotto. La comunità di utenti si è progressivamente rimpicciolita, per ridursi oggi solamente ai cultori di questo sistema, tra cui artisti come Susumu Hirasawa.

Le eccezionali (per l'epoca) caratteristiche del software e dell'hardware Amiga, che furono la ragione del suo successo iniziale, sono infatti diventate le cause che hanno reso difficile una sua naturale evoluzione: il sistema operativo mancava di protezione della memoria, fatto che portava a blocchi del sistema quando alcuni programmi, evidentemente scritti male, si appropriavano di memoria senza restituirla, rendendo difficile la successiva introduzione della stessa, in quanto i programmatori si erano ormai abituati a farne a meno.

Le grandi capacità grafiche e sonore derivavano da chipset specializzati proprietari non facilmente aggiornabili, mentre i PC poterono contare su un numero sempre più elevato di potenti schede grafiche, grazie alla forte concorrenza fra i produttori di schede video, stimolati perciò a migliorare le prestazioni dei propri prodotti.

Degli ultimi giorni di vita di Amiga in mano alla Commodore, ovvero prima della chiusura della ditta in amministrazione controllata, per evitare il fallimento (1994), esiste un video, Deathbed Vigil And Other Tales, girato da Dave Haynie assieme ad altri ingegneri, in cui si può assistere ad una vera e propria visita guidata di buona parte del quartier generale Commodore a West Chester.

Il video è di particolare interesse storico in quanto è possibile visionare la motherboard Nyx, prototipo ad uso interno degli ingegneri CBM sul quale era montato il prototipo del chipset AAA e molti altri progetti e modelli Amiga.

Infine il Deathbed Party vede riuniti alcuni degli ingegneri del presente e del passato di Amiga esibirsi suonando, cantando, raccontando aneddoti e argomentazioni sugli errori e le incapacità strategiche mostrate da chi aveva in mano il destino di Amiga e della Commodore in quei giorni.

Amiga al giorno d'oggi

Oggi Amiga sta affrontando una lenta rinascita grazie all'impegno di Amiga Inc, l'azienda che attualmente detiene i diritti sulla piattaforma, la quale ha concesso in licenza alla casa produttrice Eyetech la fabbricazione delle schede madri AmigaONE basate sull'architettura PowerPC, ed alla software house Hyperion lo sviluppo di una nuova versione del sistema operativo AmigaOS.

Oltre all'iniziativa di Amiga Inc, occorre ricordare che:

  • dal 2002 l'azienda Genesi produce e distribuisce Pegasos, una propria piattaforma ad architettura PowerPC predisposta per l'esecuzione di MorphOS, una reimplementazione non ufficiale di AmigaOS, oltre a svariate distribuzioni GNU/Linux e altri sistemi operativi.
  • dalla fine del secolo scorso, un gruppo di appassionati di Amiga ha deciso di reimplementare AmigaOS sull'architettura Intel, dando origine al progetto open source AROS.

Innovazioni concettuali e peculiarità


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Un sistema Amiga 500.


L'Amiga è stata la macchina che ha reso concreto il concetto di multimedia. Grazie ad essa sono nate alcune innovazioni oggi assai comuni come il puntatore del mouse animato, icone animate, oggetti file format IFF standardizzati (Interchange File Format) e molto altro. Alcune delle possibilità di manipolare file, che oggi riteniamo scontate sono nate su Amiga. Valga un esempio per tutti: gli oggetti multimediali (file audio) incorporati all'interno di un file documento.

Sono stati realizzati per Amiga alcuni dei primi programmi di Authoring (Amiga Vision), e i primi linguaggi di animazione interpretati (The Director).

Sono nati in ambiente Amiga i primi programmi di modellazione e animazione di scene tridimensionali disponibili al grande pubblico a costi contenuti, quali: VistaPro, Imagine, Caligari Truespace 3D, Lightwave 3D, Maxon Cinema 4D. Resi disponibili su altre piattaforme, questi programmi hanno ottenuto un notevole successo e rivoluzionato il modo di fare grafica 3D, sia per uso amatoriale che per motivi professionali.

Notevole la disponibilità di programmi per la videotitolazione tra cui, fra tutti, emerge Scala, divenuto poi programma di Authoring multimediale col nome di Scala Multimedia e reso disponibile anche nel mondo PC.

Tutt'oggi riconosciuta è la semplicità d'uso di alcuni programmi di grafica quali DeLuxe Paint che permetteva caratteristiche di tutto rilievo, quali il ritaglio di parti dell'immagine da usare come pennello brush (effetto timbrino di Adobe Photoshop) senza però dover ricorrere necessariamente alla copia in clipboard o aver bisogno di canale alfa.

L'architettura dei programmi Amiga fu presa ad esempio da molte software house: ad esempio, il programma sequencer e editing audio Bars and Pipes fu acquistato dalla Microsoft la quale utilizzò alcuni concetti presenti in questo programma per la progettazione della componente audio di DirectX.

Da notare, per il suo interesse artistico, culturale e tecnico (ingegneria di tecniche di programmazione estreme) lo sviluppo della demoscene, già esistente per altri computer, ma che trovò in Amiga la piattaforma di riferimento assoluto, in quanto la comunità demoscene Amiga fu favorita dalle caratteristiche grafiche e sonore intrinseche dell'hardware e in particolare del Blitter, che apparve per la prima volta proprio su Amiga ed è oggi utilizzato nelle attuali schede grafiche.

Meritevole d'attenzione è la tastiera, simile a una comune tastiera PC a 101 tasti, con alcune sottili differenze: la ripetizione continua del carattere (ottenuta tenendo premuto a lungo il tasto corrispondente) non è gestita dal BIOS, ma dal sistema operativo risultando perciò sincronizzata con la stampa a video (specie se si pensa che i PC all'epoca consentivano al massimo trenta ripetizioni al secondo), consentendo all'utente un'esperienza d'uso più interessante, e mantenendosi sempre ai livelli di risposta che un sistema multimediale dovrebbe possedere, stimati dagli esperti in un tempo di latenza di massimo un secondo.

Il layout della tastiera si distingueva sia per la presenza degli speciali tasti “Amiga” nelle posizioni in cui attualmente si trovano i tasti “Windows” e dei tasti “Help” e “Del” in luogo dei tasti “PagSu”, “PagGiù”, “Home”, “Fine”, “Ins” e “Del”, sia per l'assenza dei tasti “Stamp”, “BlocS”, “Pausa” e dei tasti funzione 11 e 12.

Una delle più importanti caratteristiche di Amiga è stata quella di poter definire ogni periferica, device, o partizione con un nome-dispositivo univoco a sé stante e di farne il mounting per usi interni, in maniera totalmente indipendente, sin dal 1987 grazie alla tecnologia AutoConfig. Peculiarità che su altri sistemi è apparsa solo nella seconda metà degli anni novanta sotto il nome di Plug and Play.

Amiga era, negli anni '90, una delle pochissime piattaforme a poter riconoscere l'intera rete Internet come una comune periferica o come un “qualsiasi altro” disco rigido.

Esempio:

  C:home/me# TYPE TCP:https://www.dizionariovideogiochi.it/doku.php:80 RAM:IndiceDizionarioDeiVideogiochi.php

(type=cat)

O ancora, Amiga era capace di mandare in esecuzione un brano presente in un disco rigido, in un CD o nella ramdisk, “copiandolo” direttamente nel sottosistema audio.

Esempio:

  C:home/me# COPY RAM:FileAudio.wav TO AUDIO:

Amiga Zorro Bus per le schede di espansione

Infine, degna di meritare un paragrafo a sé stante è un'altra caratteristica peculiare dell'Amiga: il sistema di bus per gli slot delle schede di espansione.

Dotato di caratteristiche Plug & Play, il bus, denominato Zorro (“La Volpe”, come il noto bandito dei libri e del cinema) per la sua capacità di autoconfigurarsi velocemente e per quella di riconoscere le schede al volo con una “furbizia” quasi “umana”. Il sistema Bus Zorro di Amiga era presente in due versioni:

  • Zorro II a 16 bit, dotato di funzionalità di accesso diretto alla memoria (DMA)
  • Zorro III a 32 bit e 33 MHz anch'esso con funzionalità di accesso diretto alla memoria e in grado di gestire anche le schede a 16 bit, e la possibilità di poter lavorare sia in modalità sincrona che asincrona: in quest'ultima, la scheda Zorro, una volta ricevuta l'autorizzazione dalla CPU, diventa autonoma e non necessita più di istruzioni da essa, fino al successivo comando diretto esplicito.

È da notare che il sistema BUS Zorro III a 32 bit è nato diversi anni prima dell'analogo sistema a 32 bit PCI.

Gli effetti grafici del Copper e la semplicità con cui era possibile utilizzare un Genlock per poter effettuare editing video su segnali televisivi in tempo reale sono tuttora ineguagliate: molte reti televisive possiedono ancora un Amiga, acquistato molto tempo fa, per le loro necessità grafiche, e contano di utilizzarlo per il maggiore tempo possibile.

I Chip Custom Amiga

L'architettura base su cui poggiava la piattaforma Amiga degli anni '80 e dei primi anni '90 era di tipo proprietario e faceva capo ad una CPU di tipo Motorola 68000. La CPU era supportata da un insieme di chip custom che all'epoca offrivano delle capacità grafiche e sonore uguagliate dalla concorrenza solo nella seconda metà degli anni '90 e rappresentavano una soluzione piuttosto economica rispetto alle architetture rivali dell'epoca. La tradizione Amiga prevedeva inoltre che ogni chip dei chipset venisse chiamato con un nome proprio umano generalmente di donna. Le macchine Amiga dotate di quest'architettura vengono oggi definite “Amiga Classic”. Esistono tre generazioni di Amiga Classic, ciascuna delle quali è caratterizzata da un diverso insieme di chip custom, più precisamente si hanno:

  • Gli Amiga Classic dotati di Original Chip Set (OCS)
  • Gli Amiga Classic dotati di Enhanced Chip Set (ECS)
  • Gli Amiga Classic dotati di Advanced Graphical Architecture (AGA)

OCS, ECS ed AGA elaborando i dati riguardanti l'audio e la grafica, lavoravano in totale modalità DMA (Direct Memory Access), lasciando così la CPU libera di elaborare altri dati. I chipset gestivano inoltre una particolare modalità grafica chiamata Hold And Modify (HAM), con cui era possibile visualizzare contemporaneamente tutti i colori che i chipset riuscivano a gestire offrendo così risoluzioni fino a 12 bit (OCS/ECS) e 24 bit (AGA). I chipset erano in grado di interfacciarsi sia alla TV di casa sia ai monitor e rendevano gli Amiga Classic una piattaforma adatta a diverse esigenze dell'utente.

Da segnalare infine che nel 1989 la Commodore stava lavorando ad un nuovo chipset che avrebbe accompagnato la successiva generazione di Amiga Classic, denominato Advanced Amiga Architecture (AAA). Tuttavia il progetto fu abbandonato nel 1993, anno in cui iniziarono dei timidi lavori per un AmigaOS indipendente dai chip custom di difficile e costoso aggiornamento.

Original Chip Set

L'OCS era composto da 3 chip custom: Denise, Agnus e Paula. Tutti i chip erano prodotti da MOS Technology.

  • Denise: era il chip preposto a generare il segnale video (15 KHz). La palette disponibile di Amiga era grazie a Denise di 32 colori da 4096, eccezionale per l'epoca.

Denise metteva a disposizione una modalità a bassa risoluzione (320×256) ed una ad alta risoluzione (640×256) e diverse modalità intermedie, e gestiva nativamente l'interlacciamento per arrivare fino a 320×512 o 640×512. Le temporizzazioni video erano parzialmente programmabili e si poteva inoltre ottenere risoluzioni prive di bordi (overscan).

Una particolarità veramente degna di nota è il fatto che Denise poteva segnalare sul connettore video se stava visualizzando il colore di background o meno, Questo permetteva di realizzare effetti genlock o chroma key con apparati notevolmente economici per l'epoca. Interlacciamento, overscan e genlock fecero di Amiga la macchina di riferimento per le produzioni video a basso costo.

L'organizzazione della memoria grafica era basata sul concetto di bitplane, che si fonda sulla sovrapposizione di piani di bit. Questo tipo di organizzazione è per certi versi opposto a quello di chunky presente nel mondo PC. Questa organizzazione permetteva di risparmiare preziosa RAM, all'epoca molto costosa. Il risparmio derivava dal fatto che si poteva scegliere di usare solo il numero di bitplane (da 1 a 6) strettamente necessari.

    • Esistevano modalità video a palette da 2 colori (1 bitplane) fino a 32 colori (5 bitplane).
    • La modalità EHB (Extra Half Brite) utilizzava 6 bitplanes e aggirava il limite della palette a 32 valori utilizzando il sesto bit per ottenere una versione a luminosità dimezzata del colore. Curiosità: questa modalià non era presente nei primi A1000.
    • La modalità DP (Dual Playfield) utilizzava 3+3 bitplanes per realizzare 2 piani sovrapposti a 8 colori capaci di scorrere indipendentemente uno dall'altro. Questa modalità era la chiave per ottenere lo scrolling parallattico, effetto speciale che decretò la superiorità di Amiga sul suo rivale Atari ST.
    • La modalità video che però rese famoso Amiga fu quella HAM (Hold And Modify) con cui era possibile visualizzare fino a 4096 colori sullo schermo. Questa modalità utilizzava solo 6 bitplanes invece dei 12 teoricamente necessari. Questo era possibile perché era una codifica differenziale in cui ogni pixel poteva differire dal precedente solo per una componente cromatica (RGB).
    • Erano supportati fino 8 sprite per linea. Gli sprite erano larghi 16 pixel con 4 colori dalla palette. Si poteva fare attach di due sprite per ottenerne uno a 16 colori. In hardware erano rilevate eventuali collisioni tra sprite e playfields. Utilizzando tutti gli sprite il fetch dei dati video non poteva iniziare troppo presto e dunque il bordo sinistro dello schermo doveva restare molto largo. All'epoca il sottosistema sprite era già obsoleto ed infatti venne utilizzato pochissimo nei videogiochi che invece fecero largo uso del Blitter.
  • Agnus: era il responsabile dei 25 canali DMA a disposizione della macchina e del refresh della DRAM riservata ai chip custom. Agnus conteneva:
    • Copper: era un circuito-processore dotato un set interno di sole 3 istruzioni (MOVE, WAIT, SKIP). Permetteva di cambiare i registri hardware in sincronia con il pennello video, liberando la CPU da questo onere. Questa tecnica permetteva ad esempio di cambiare modalità video nel mezzo dello schermo, visualizzare più colori e più sprites. AmigaOS traeva vantaggio del Copper per implementare il concetto di Schermo.
    • Blitter: anche l'introduzione di questo circuito fu una vera rivoluzione. Prima di Amiga solo alcune costose workstation grafiche disponevano di Blitter. Era un circuito inserito nel coprocessore che implementava alcune primitive grafiche in hardware. Elaborando un bitplane alla volta poteva combinare fino a tre porzioni di schermo, rettangolari (A, B e C) copiandole in una quarta zona rettangolare (D). I cosiddetti BLOB (BLitter OBject)), cioè quelli che in altri sistemi sono semplici ”sprite”, su Amiga erano entità grafiche mobili realizzati dal Blitter. Una delle loro caratteristiche peculiari grazie al Blitter, era di essere indipendenti dal refresh di tutto il resto dello schermo grafico. Ad esempio il puntatore del mouse di Amiga è un blob. Il Blitter implementava un'altra primitiva grafica: il disegno di una linea, durante il disegno di essa poteva effettuare anche un fill.
  • Paula: integrava in sé diverse funzioni, tra cui l'audio e le porte Input/Output. La parte che pilotava l'audio forniva 4 canali DAC (Digital to Analogue Converter) PCM 8 bit, in modalità stereo (2 sul canale destro, 2 sul sinistro). Ogni canale aveva un volume a 6 bit ed un controllo di periodo. Un canale poteva modulare l'altro in periodo o volume (da cui 8+6 = 14 bit). I campioni audio potevano essere forniti via DMA o via CPU. Con il DMA la frequenza di campionamento, relata alle temporizzazoni video, era programmabile fino a circa 29 KHz. Era possibile applicare un filtro passa basso sull'uscita audio. I 4 canali audio vennero col tempo ritenuti insufficienti e si svilupparono mixer software (trackers) capaci di spingere Paula ai suoi limiti.

L'hardware audio era dunque di tutto rispetto per l'epoca, ed è rimasto insuperato in qualità per una decina di anni circa, anche con l'avvento delle prime schede Soundblaster ad 8 bit per i PC compatibili. Tuttavia la mancanza di una economica porta MIDI integrata, a causa di scellerate politiche economiche del settore marketing di Commodore, fece sì che ad Amiga i musicisti preferissero gli Atari ST che ne erano dotati di serie.

Erano presenti anche due chip CIA (Complex Interface Adapter), responsabili insieme a Paula delle varie operazioni di I/O che coinvolgevano i floppy drive, la porta seriale, la parallela, la porta del joystick e quella del mouse. I chip in questione erano dei MOS 8520 a 8 bit, evoluzione dei MOS 6526 usati nel Commodore 64.

Sugli Amiga OCS esistevano due tipi di memoria RAM:

  • la Chip RAM posta su di un bus dati a 16 bit condiviso tra OCS e 68000,
  • la Fast RAM posta su di un bus dati a 16 bit riservato al 68000.

Sugli A500 era disponibile una baia d'espansione, la RAM qui installabile veniva detta Slow Fast RAM perché inacessibile ai chip custom (Agnus non poteva indirizzare più di 512 KB o 1024 KB a seconda delle versioni) e tuttavia soggetta a contese poiché montata sullo stesso bus della Chip RAM.

OCS, 68000 e Chip RAM giravano sincroni. OCS e 68000 giravano ad un quarto del color clock. La Chip RAM girava ad un ottavo del color clock. Sulle macchine PAL il color clock era circa 28.36 MHz, su quelle NTSC circa 28.6 MHz. Quindi gli Amiga NTSC erano impercettibilmente più veloci di quelli PAL.

La Chip RAM consisteva in fino 1024 KB di DRAM, pur girando a metà della frequenza del 68000 garantiva un surplus di banda anche per OCS. Questo perché su 68000 ogni accesso al bus richiedeva 4 cicli. Dunque ad OCS restavano tutti i cicli dispari della DRAM. Questa pacifica coesistenza veniva messa in crisi quando si sceglievano modalità video con più di 4 bitplanes in bassa risoluzione (o 2 bitplanes in alta risoluzione). In questi casi OCS iniziava ad accedere al bus anche durante i cicli pari rallentando il 68000. Questo era il motivo per cui il Workbench utilizzava di default solo 2 bitplanes, infatti quando se ne utilizzavano di più le prestazioni della CPU calavano drasticamente. Questo era anche il motivo per cui la Fast RAM aveva quel nome. Anche il Blitter all'interno di OCS consumava banda. Normalmente il 68000 aveva la priorità su questi accessi ma un flag detto BLITHOG permetteva di ribaltare la situazione. Sulle ultime serie di Amiga 2000 prodotte, venne integrato il chip FatAgnus, evoluzione di Agnus, che permetteva, fra le altre cose, di aumentare l'indirizzamento della memoria Chip a 2 Megabyte.

Enhanced Chip Set

Introdotto su A3000 venne poi esteso a tutta la gamma. Il chipset ECS era fondamentalmente l'Original Chip Set con alcune migliorie.

  • SuperDenise, successore di Denise, introdusse la super alta risoluzione (fino 1280 pixel per linea) e la capacità di generare segnali video non interlacciati fino a 31 Khz, quindi adatti ai riposanti monitor multiscan. Un effetto collaterale del raddoppio delle frequenze video era il raddoppio della frequenza massima di riproduzione di Paula. Altri miglioramenti apparvero sul fronte genlock. Mentre OCS permetteva di “bucare” solo il colore 0 della palette, ECS permetteva di bucare un colore qualsiasi della palette oppure un bitplane. Quest'ultimo modo permetteva di partizionare la palette in due insiemi di pari dimensione, uno “bucabile” e l'altro no.
  • FatAgnus, successore di Agnus, riusciva a controllare fino al doppio di Chip RAM (2 MB) rispetto al predecessore.

Altri chips “minori” comparsero o vennero aggiornati. Il nuovo chip custom Buster, chiamato SuperBuster, e il nuovo chip custom Gary, chiamato FatGary, supportavano i nuovi slot per espansioni di tipo Zorro III a 32 bit ed i nuovi bus a 32 bit;. Solo su Amiga3000, il chip custom chiamato Amber consentiva di visualizzare anche le modalità video originali (pensate per l'uso con i televisori) sui monitor VGA, incapaci di agganciare frequenze molto basse ottenendo dunque uno 'scan-doubler', un componente hardware in grado di portare a 31 KHz tutti i modi video Amiga. Infine con il modello Amiga600 fece il suo ingresso il chip custom Gayle che gestiva il controller IDE di questa macchina.

Advanced Graphical Architecture

Il chipset AGA presentava, al posto dei chip FatAgnus e SuperDenise, i nuovi chip Alice e Lisa. Nonostante fosse passato molto tempo dal rilascio di ECS il nuovo chipset era ancora una rifinitura del precedente. L'unico chip realmente riprogettato era Lisa. Questo chipset disponeva di una banda maggiore grazie all'utilizzo di bus a 32 bit e memorie DRAM FastPage.

  • Alice: si distingueva pochissimo da FatAgnus e forniva esigui miglioramenti rispetto al suo predecessore
  • Lisa: gestiva 256 colori simultanei da una palette di 24 bit in tutte le risoluzioni disponibili. Inoltre in ogni risoluzione video poteva essere utilizzato HAM8 che consentiva una profondità colore di 24 bit. Lisa offriva tre classi di risoluzioni: bassa risoluzione, alta risoluzione e super alta risoluzione. Tutte le risoluzioni potevano essere visualizzate sia in modalità 15 KHz (supportata dai televisori), sia in modalità 31 KHz (il minimo per i monitor).

Amiga4000 includeva inoltre i chip custom Bridgette (nient'altro che un bus buffer integrato) e Gayle che fungeva da controller IDE. L'Amiga1200 presentava inoltre il chip custom Budgie, con funzione di bus controller e il chip custom Gayle. AmigaCD32 montava uno speciale chip custom chiamato Akiko deputato alla conversione hardware tra grafica bitplane e grafica chunky.

Cenni sulla CPU Motorola 68000

La CPU di Amiga era un processore Motorola 68000 a 7,16 MHz. La frequenza si abbassava leggermente nei modelli europei con grafica PAL a 7,09 MHz. Il set di istruzioni interne è di tipo CISC. Per motivi di economicità Motorola aveva creato un processore ibrido a 16/32 bit (vedi la voce Motorola 68000). Il modello 68000 aveva cioè un accesso a 16 bit alla memoria, anche se poi questa memoria era indirizzata a 24 bit, e “ragionava” a 32 bit nei registri interni. I manuali di Amiga segnalavano chiaramente questo fatto e i programmatori distinguevano fra parole o “word” di 16 bit e “long word” a 32 bit. Per questo motivo Amiga non si può definire né un semplice sistema a 16 bit, come molti credono, né un vero sistema a 32 bit. È però già l'antesignano dei sistemi a 32 bit, da cui la semplicità di aggiornamento del sistema e del SO sui nuovi modelli di computer a 32 bit.

Cenni sulla CPU Motorola 68010

Molti utenti avevano trovato un modo molto economico per velocizzare (seppur di poco) i loro Amiga 500/1000/2000: esisteva una particolare versione della CPU Motorola 68010 che aveva una piedinatura compatibile con il 68000 originale. Ovviamente la frequenza rimaneva identica, essendo questa fornita dal generatore di clock e non dal processore stesso, però alcune istruzioni matematiche sul 68010 erano eseguite in modo leggermente più efficiente. Questo permetteva un incremento delle prestazioni globali, soprattutto in programmi di grafica ed alcuni giochi, di circa il 2%-8%. Un software molto diffuso per questa modifica era Decigel che correggeva un istruzione MOVE che era erroneamente interpretata dal 68010 nonché da tutte le CPU superiori al 68000. In verità era praticamente inutile dato che tutti i programmatori erano a conoscenza della limitazione ed evitavano l'utilizzo di quella particolare istruzione.

Modelli e varianti

I modelli di computer Amiga prodotti e le relative varianti:

  • Original Chipset (OCS)
      • Amiga 2500/20 (scheda acceleratrice A2620 integrata)
      • Amiga 2500/30 (scheda acceleratrice A2630 integrata)
      • Amiga 2500/UX (scheda acceleratrice A2620/A2630 e UNIX preinstallato. Il primo Unix ad uscire nel mercato con interfaccia grafica X Window di serie)
      • Amiga 1500 (privo di disco fisso ma con un lettore floppy aggiuntivo)
    • CDTV SetTop Box multimediale basato su CD (Commodore Dynamic Total Vision)


amiga600.jpg
Amiga 600, il più piccolo della serie Amiga a montare il chipset ECS


  • Enhanced Chipset (ECS)
    • Amiga 500 plus
    • Amiga 600
    • Amiga 3000
      • Amiga 3000T (versione in case tower)
      • Amiga 3000UX (UNIX preinstallato)
  • Advanced Graphical Architecture (AGA)

Cloni

Amiga ha visto relativamente pochi cloni attorno a sé, a causa delle politiche restrittive di Commodore. Di seguito si indicano i cloni che hanno effettivamente visto la luce:

  • Eagle

o 4000T e 4000TE (prodotti su licenza, stessa motherboard dell'Amiga 4000, ma case stilisticamente differente)

  • Macrosystems
    • Casablanca (le prime versioni impiegavano AmigaOS su hardware proprietario compatibile)
    • DraCo (primo vero clone degli Amiga. Non usava custom chip, ma comuni schede video)
    • DraCo Vision (si differenzia dal Draco per il particolare case cubico)

Voci correlate

Collegamenti esterni

Generali

Hardware

Software

Emulatori

Moduli Musicali

Immagini

Suggestiva “foto” di gruppo con gli eroi che fecero il successo di Amiga!

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