Nel gergo fantascientifico, l'iperspazio è una forma di distorsione del continuum spazio-temporale che permette di “avvicinare” due punti e quindi di viaggiare tra l'uno e l'altro ad una velocità apparente superiore a quella della luce, che non può essere altrimenti superata per definizione.

In campo videoludico, il concetto si applica molto semplicemente grazie ad una funzione ideata da J.M. Graetz per “Space War”: in alcuni giochi è infatti possibile fare sparire il proprio personaggio per farlo ricomparire in un altro punto dello schermo scelto a caso dalla macchina. La funzione che viene solitamente utilizzata per sfuggire a collisioni imminenti, presenta per la sua casualità una percentuale di rischio legata alla quantità di oggetti ostili presenti sul monitor, in cui è possibile “rimaterializzarsi” con effetti catastrofici.

Una funzione molto simile e spesso confusa con l'iperspazio è quella di “warp” (trad. “distorsione”), che è invece controllata (e non presenta quindi rischi) e porta solitamente al quadro o al livello successivo.