VIOLENZA GRAFICA

Da DVG - Il Dizionario dei Videogiochi


La rappresentazione realistica di forme di violenza anche truculenta verso persone e animali è un'argomento da sempre molto discusso, specie in relazione ai videogiochi, che hanno per lo più un pubblico di giovani e giovanissimi (ma è una tendenza che stà piano piano cambiando).

Ferma restando l'opinione diffusa e comprovata che assistere a scene di violenza (siano esse parte di un film, di un incontro sportivo, di un fumetto o di un videogioco) non scatena istinti latenti ma semmai li esorcizza, alcuni hanno probabilmente “passato il segno” del buon gusto. A partire da ”Thai Boxing”, prodotto dalla Anco nel 1986 per i sistemi più diffusi, in cui apposite finestre mostravano in dettaglio i tagli e le tumefazioni sui volti dei contendenti in un incontro di full contact, diversi titoli hanno ecceduto nel mostrare senza caratterizzazioni particolarmente negative gli effetti di un comportamento violento.

Questi prodotti, chiamati in Inghilterra “Video Nasties”, non sembrano avere tuttavia traumatizzato alcun ragazzino e sono probabilmente da considerarsi “incidenti di percorso” di una industria con tempi di produzione serratissimi che costringono a volte a tralasciare varie considerazioni (come quelle di tipo didattico-pedagogico) che potrebbero e dovrebbero peraltro essere curate dai genitori.

Immagini


Fortunatamente per molti la violenza nei videogiochi
ha un'aspetto puramente terapeutico.

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